Lo studio cinese su Avigan è stato ritirato.

Ritirato e cancellato, quantomeno temporaneamente, l’unico studio cinese sull’utilizzo del Favipiravir (nome commerciale Avigan), il farmaco che ha scosso l’opinione pubblica dopo un video girato sulla rete, che urlava al complotto.


Se di scienza vogliamo parlare e se fossimo intellettualmente onesti, questa notizia dovrebbe essere veicolata con la stessa intensità con cui è stata fomentata la prima.
E’ proprio così: l’unico studio, ancora tra l’altro in fase preliminare, sull’utilizzo di Avigan nella COVID-19 è stato ritirato dai database scientifici mondiali.

Il ritiro di un articolo già pubblicato, ha un chiaro significato: lo studio è da rivedere o addirittura da rifare. Solitamente infatti, per piccoli aggiornamenti, si pubblica una nota di aggiornamento (Publisher Correction).

Come era organizzato lo studio?

Lo studio preliminare in questione, che non era stato ancora approvato anche prima di essere ritirato, ha arruolato (SOLO) 80 pazienti.
45 di questi sono stati trattati con la terapia antivirale “classica” con Lopinavir/Ritonavir e 35 con il Favipiravir (Avigan).
Lo studio ha utilizzato vari parametri per il monitoraggio dei pazienti (carica virale, quadro TC, esami ematochimici) e rilevava un miglioramento di questi parametri compreso tra il 10% e il 25% circa, nel secondo gruppo di pazienti.

A sua volta, nell’articolo adesso rimosso, è possibile leggere le seguenti considerazioni:

«The limitation of the present study is that it was not a randomized double-blinded placebo-controlled clinical trial, which led to inevitable selection bias in patient recruitment.»
Il limite del presente studio è che non si è trattato di uno studio clinico randomizzato in doppio cieco controllato contro placebo, che ha portato a un’inevitabile distorsione della selezione nel reclutamento dei pazienti.

«At present, no effective treatment has been demonstrated.»
Al momento non è stato dimostrato alcun trattamento efficace.

Gli scienziati che scrivono l’articolo riportano dunque serenamente, come si fa in questi casi, oltre agli aspetti positivi, anche i limiti del proprio studio.

Tutto da rifare insomma, o almeno al momento, nessun farmaco miracoloso e nessun complotto.

La scienza è sempre un bene

E’ bene precisare comunque che ogni studio scientifico è utile, anche i più piccoli come questo, in quanto possono aprire spunti di riflessione diversi.

Anche stavolta però viene alla luce un elemento fondamentale: bisogna far parlare di scienza agli scienziati. La propaganda basata sulla semplice opinione, sui complotti, sulla sensazione, hanno ben poco a che vedere con il metodo scientifico. E sempre vita breve e ben poco valore.

Attendiamo dunque ulteriori sviluppi sugli studi in atto. Qualora lo studio venga nuovamente pubblicato con le relative correzioni, o nel caso in cui verranno pubblicati nuovi lavori su questo farmaco, accertati e validati, non potremmo che gioire.

Dott. Domenico Cozzo
Medico Chirurgo